Felicità… felicità … Parafrasando Luca lo stesso: “lo sai questa parola che effetto che mi fa, detta piano, detta forte, detta ad un’altra velocità”. Si lo so, Luca parla d’amore, io di felicità. Leggo e rileggo alcune note sul mio i pad relative agli appunti su questa parola che amo citare spesso e di cui voglio scrivere per decodificare troppi luoghi comuni. Ci provo. Certe frasi e riflessioni sulla felicità hanno alimentato in me una personalissima contraddizione su due punti di vista, il primo secondo il quale la felicità é solo un concetto, il secondo che invece la ritiene un obiettivo. La contraddizione di cui sopra, trae origine dal pensiero di due autori: -José Saramago, a me caro soprattutto perché tradotto in Italia dal “mio” Antonio Tabucchi, e -Martin Seligman, padre della psicologia positiva, oggetto dei miei più recenti studi.

Una frase di Josè Saramago,estrapolata da un’intervista che il premio nobel 2010 rilasciò nel 2011, sintetizza il primo punto di vista secondo cui, appunto, la felicità è un pensiero, un’idea. “Sarebbe come credere -dice- che ciò che chiamiamo felicità sia uno stato di gioia permanente, cosa che non esiste e non è mai esistita: se la gioia non è permanente ci saranno sicuramente momenti di tristezza per qualcosa che si è perduto, per qualcosa che manca, per un’assenza: tutto questo può portare ad un sentimento di tristezza.Mi lascia indifferente il concetto di felicità, ritengo più importanti la serenità e l’armonia. Il concetto di felicità presuppone che uno sia contentissimo, che se ne vada in giro ridendo, abbracciando tutti, dicendo sono felice, che meraviglia. E’ chiaro che anche un mal di denti gli toglierà la gioia e quindi la felicità. Penso che la serenità sia una cosa diversa. La serenità ha molto dell’accettazione, ma include anche un certo autoriconoscimento dei propri limiti. Vivere in armonia non significa non avere conflitti, ma poter convivere con gli stessi serenamente. Non voglio elevarmi ad esempio, ma io ora vivo in armonia con l’ambiente”.

Un punto di vista a parer mio, fin troppo condizionato da un contesto storico, fatto di violenze e soprusi (nel caso di Saramago) che ha lasciato il segno e dall’ ambiente sociale (dei suoi lettori e seguaci) alimentato da relazioni insoddisfacenti, umori sin troppo cangianti ed emozioni soffocate sul nascere perché non se ne conosce natura ed utilità. La felicità, per chi la ritiene solo un concetto, sembra essere solo un copia e incolla dell’armonia, unica vera conquista permanente dell’essere, dell’esserci.
  

Secondo punto di vista: la felicità è un obiettivo. La felicità non è solo un concetto che una volta acquisito presuppone che uno se ne vada in giro sempre sorridente.
Gioia, tristezza e rabbia sono emozioni da riconscere sul nascere e da vivere fino in fondo, senza esclusione di colpi. Chi ritiene che la felicità sia un obiettivo da raggiungere, é disposto anche a una più completa ristrutturazione di sé, della sua sfera emotiva e di quella razionale. Anche le emozioni più negative come la rabbia se canalizzate in un percorso intimo di crescita possono rappresentare un’arma in più per avere più grinta e consapavelezza, indispensabili per seguire il percorso che si é sempre desiderato. Una strada più adatta e coerente al nostro modo di essere, di voler essere. Il professore Seligman scrive: “la felicità è un obiettivo alla portata di tutti, purché si apprendano e si mettano in pratica i comportamenti corretti verso gli altri e innanzitutto verso se stessi”. Lo scrive in “Flourishing”, saggio sull’essere umano in perenne fioritura. Un testo che continuo a leggere e rileggere e che mi ha aiutato ad acquisire il valore di questo obiettivo, realistico, raggiungibile.
Secondo il professore Seligman si può seguire questo percorso anche attraverso semplici esercizi e test divertenti, sperimentati con successo negli ambiti più diversi, da quello militare a quello commerciale, da quello medico a quello scolastico.

Qualche esempio? Abituiamoci a scrivere su un foglio bianco gli eventi positivi che viviamo durante le nostre giornate, scriviamo lettere di gratitudine a chi ci ha fatto del bene e che non abbiamo mai ringraziato a dovere e ripensiamo a tutto il bene che queste persone ci hanno fatto. Non basta? Proviamo a fare test specifici per scoprire attitudini e potenzialità (invito i più audaci a contattarmi), a volte basta solo acquisire consapevolezza dei propri punti di forza per risvegliare desideri latenti di benessere psico fisico. Seligman sostiene che attraverso un orientamento psicologico, ovvero “l’ottimismo acquisito“, chiunque può ritrovare il meglio di sé, dal punto di vista emotivo, riesaminando le predisposizioni negative, assaporando le esperienze positive e facendo leva sul desiderio naturale di migliorare. Pensare in modo costruttivo, smetterla di pensare a quello che potresti o vorresti fare, fallo, adesso. Perché aspettare ritornando sempre sui pensieri negativi, su ciò che potrebbe accadere? Sii fiducioso, sarai sicuramente in grado di controllare gli eventi e comunque, anche in caso di avversità, troverai delle alternative, delle altre strade per raggiungere il tuo obiettivo. Di certo, meglio dire c’ho provato ma non ci sono riuscito piuttosto che avrei potuto farlo ma…Tutti noi facciamo degli errori, l’importante è saper imparare da questi e andare avanti, senza caricarli di pensieri esasperanti, negativi. I veri ottimisti certi errori li commettono come tutti gli altri, la differenza sta nel fatto che, dopo averli superati, guardano oltre. E’ anche possibile che ci si ostini a sbagliare sempre nello stesso “campo”, sentimentale o professionale, non per questo bisogna considerarsi dei falliti. Ammettere a sé stessi che in quella specifica attività si hanno delle difficoltà, tanto é certo che in altri campi si é tra i migliori, dunque, perché aspettare? Inizia a segnarti obiettivi concreti e fai di tutto per raggiungerli. Con la consapevolezza di potercela fare, coltivando quotidianamente atteggiamenti positivi, propositivi. E’ solo un punto di vista? No, é un obiettivo primario di questo mio nuovo piano d’azione.