Il mio motore motivazionale è la resilienza. E’ una mia potenzialità che nel passato ho tirato fuori sempre nei momenti del bisogno in modo più o meno consapevole. Oggi che considero le mie attività come metalli preziosi, uso la resilienza come metafora di vita. Una disciplina che seguo scrupolosamente allenandola con impegno, fatica e sudore e che propongo come metodo educativo, formativo e motivazionale. Un mio coachee in sessione mi ha detto: “In Italia solo tu e Pietro Trabucchi sapete cos’è la resilienza, per cui usa un termine più accessibile per il tuo master”. Ben detto caro “J AR”, facciamo un po’ di chiarezza. Che cos’è la resilienza, questa mistica capacità di resistere agli ostacoli e come si allena? E’ una disciplina e come tale va allenata a dovere. E’ l’alternativa pratica al vecchio modello bastone e carota che lancio nei miei corsi quando si parla di motivazione e crescita personale.

La resilienza è una caratteristica innata degli esseri umani considerati tali e non “asini” con i quali può funzionare il bastone e la carota. La resilienza è la capacità di assorbire gli urti tipica dei metalli più preziosi; è la capacità di assorbire i contraccolpi della vita, sia in ambito personale che professionale. Bene, se associamo questa disciplina alla nostra capacità di gestire emozioni, reazioni e stress, riusciremo a diventare meno rigidi, più flessibili di fronte agli eventi negativi superando così anche situazioni complicate. Primo mantra da ripetere mentalmente: “MI PIEGO MA NON MI SPEZZO”…

A nessuno serve la lezioncina lo so, per cui come si allena nella pratica la resilienza?

E’ una disciplina e come tale prevede un metodo e soprattutto tanto impegno fatica e sudore. IL METODO CHE UTILIZZO SI SVILUPPA SU 4 PUNTI. Ve ne anticipo due: 

1. GESTIONE DELLO STRESS (SINDROME GENERALE DI ADATTAMENTO).
Controllo soglia dello stress. il nostro organismo e’ fatto per adattarsi, per sentire i vari stimoli che se rimangono costanti la nostra percezione si offusca. sono i contrasti nelle nostre stesse percezioni che ci pemettono di provare le sensazioni più piacevoli . . .
Scrive il prof Nardone: “se una persona desidera raggiungere obiettivi elevati che la facciano sentire realizzata ha bisogno di una buona dose di stress che rappresenta, per intenderci, il vento che sostiene le vele della fatica e lo spinge verso la meta desiderata . . .” (La paura delle decisioni. Salani editore 2014) 


Attività pratica:
ATTIVAZIONE INNERGAME: GIOCO INTERIORE- TRA IL SE CHE GIUDICA E IL SE CHE AGISCE
TECNICHE DI RESPIRAZIONE – MANTRA POSITIVI
TECNICHE DI MENTAL TRAINING PER ALLENARE L’ATTENZIONE E LA CONCENTRAZIONE

2. TRAINING PSICO – FISICI. RICERCA DELL’EQUILIBRIO MENTE-CORPO. PROGRAMMI DI PREPARAZIONE FISICA PERSONALIZZATI E SESSIONI DI COACHING STRATEGICO.
ELABORAZIONE DEL DIARIO DI BORDO.
PIANO D’AZIONE SU OBIETTIVI SPECIFICI
In relazione alle caratteristiche specifiche un obiettivo reale dovrà essere: a.Specifico. Riferito al soggetto
Definito. b.Misurabile e valutabile c.Descritto come basato su capacità che possono essere apprese e non su abilità innate (per vedere il risultato come frutto dell’impegno) d.Sfidante che deve generare coinvolgimento emotivo. L’interesse genera NEUROPLASTICITA’, ovvero nuove connessioni neurali che serviranno all’azione ogni volta si presenterà un’esperienza simile e.Sfidante ma non eccessivamente. Deve essere alla portata del soggetto f.Strutturato in modo graduale. Avvalersi di tanti micro obiettivi specifici. La tecnica dei piccoli passi g.Pianificato in modo tale da essere ristrutturato. Poter ripartire per ritentare di raggiungere l’obiettivo. 

 CONDIZIONE ESSENZIALE PER L’ACQUISIZIONE DELL’OBIETTIVO E’: 1.Ricevere molti feedback 2.Essere Coinvolti emotivamente 3.Essere liberi di sbagliare 4.Evitare elogi e svalutazioni prive di fondamento   

Liberamente tratto dal mio “prontuario sulla motivazione strategica” … 

Daniele 

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